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Cronici: La Lombardia al Varo

La Sfida per le Aziende Sanitarie.

La normativa lombarda prevede che le patologie croniche siano classificate in 3 livelli di severità, in base alle comorbilità presenti e che il processo di presa in carico sia guidato da un “ente gestore”: azienda sanitaria o associazione di MMG.

Il “gestore” attraverso una filiera socio-sanitaria erogherà le prestazioni previste dal “set di riferimento della patologia”. Nel fare ciò potrà avvalersi, oltre che della propria struttura, anche di terze parti accreditate con cui dovrà sottoscrivere contratto di scopo.

Il gestore stipulerà con il cittadino un “Patto di Cura”, erogherà e rendiconterà i servizi previsti dal “Piano Individuale di Assistenza (PAI)”. Il PAI, oltre a prevedere prestazioni “obbligatorie” direttamente collegate alla patologia, potrà contenere quelle che si renderanno necessarie nel corso d’anno purché previste dal “set di riferimento.

La remunerazione prevista dalla normativa è composta da una quota fissa a copertura degli aspetti gestionali ed una relativa all’assistenza diagnostico-ambulatoriale, funzione del livello di severità e al netto delle prestazioni erogate non direttamente dal gestore.

I Volumi.

In Lombardia il quadro dei pazienti rispetto alla cronicità è illustrato nella figura seguente: su 10,00 milioni di cittadini 3,35 milioni sono affetti da almeno una patologia cronica e una parte significativa di questi anche da fragilità di tipo sociale. Emerge come circa il 60% dei cronici appartengano al 3° Livello (mono patologia) mentre solo 4,5% a quello delle pluri patologie.

La distribuzione territoriale dei pazienti riflette in modo proporzionale la densità di popolazione nelle ATS: il 35% si concentra in area milanese e, ad eccezione per area montane che non raggiunge il 2%, le restanti ATS hanno un bacino compreso tra i 200mila ed i 500mila soggetti.
Le patologie più frequenti per l’insieme del 2° e 3° livello (95%) è mostrata di seguito. Considerando ognuno dei 3 livelli di severità emerge come il 20% delle patologie riguardano

 

 

 

 

 

 

L’impatto Economico

In termini economici le cifre in gioco sono significative, ad una prima valutazione, considerando solo le componenti diagnostico-ambulatoriali e gestionale, si osservano valori di poco inferiori a 1,6 miliardi di euro all’anno.

Questo ammontare è distribuito tra le diverse ATS della Regione Lombardia secondo quanto riportato:

Nel confronto tra i dati di volume e quelli economici emerge come i livelli e le patologie che riguardano un maggior numero di pazienti non siano quelli a cui è associato un più alto valore economico:

Un altro aspetto che non va trascurato è il cambiamento del sistema di remunerazione delle prestazioni che passa da una logica a consumo”, direttamente proporzionale ai volumi delle prestazioni erogate ad una “a bundle” che introduce una logica basata su una tariffa fissa tendenzialmente indipendente dai volumi di erogato.

Questo cambiamento è di estrema importanza in quanto comporta non solo diverse valutazioni e considerazioni sul piano economico ma anche una nuova cultura, capacità e strumenti manageriali per essere gestito in modo efficace.

 Alcune Domande di Fondo

A fronte di un tale contesto è lecito che ogni potenziale gestore si ponga alcune domande:

  • Per quali ragioni le aziende sanitarie dovrebbero aderire all’iniziativa?
  • Quale è l’ambito dell’iniziativa che può assicurare una scelta economicamente e socialmente conveniente?

In altre parole:

  • Per quali patologie vale la pena candidarsi?
  • Quali sono i volumi che permettono di avere un ritorno economico accettabile?
  • Che approccio va seguito per avere successo?
  • Quali sono gli aspetti che necessitano di particolare attenzione e controllo?
  • Quale sarà l’andamento economico dell’iniziativa?
  • Quali sono le opportunità e le sinergie interne che possono essere sfruttate per la gestione dei cronici? Quali le minacce?

 Per rispondere a queste domande vanno considerati anche aspetti che vanno oltre le competenze medico-cliniche di cui si dispone, esaminando:

  • La tipologia e la distribuzione geografica dei cornici nel proprio territorio.
  • Le prestazioni contenute nei “set di riferimento” e non solo derivanti dalla patologia.
  • Il profilo delle componenti economiche della tariffa alla luce delle scelte di esternalizzazione fatte.
  • Le strategie di “marketing” da adottare in funzione del posizionamento dei concorrenti e del livello di fidelizzazione dei pazienti.
  • Il legame tra tariffe, costi fissi e costi marginali di una data patologia contestualizzati all’interno della propria struttura.

È facile capire come la gestione di questa nuova iniziativa implichi un cambiamento culturale all’interno delle strutture socio-sanitarie.
Nelle pagine seguenti è presentato l’approccio da IVB Consulting.